Giuseppe Bonito

Giuseppe Bonito, “Primo pittore di corte”, direttore a vita dell’Accademia del disegno di Napoli (l’attuale Accademia di Belle Arti), consigliere regio del Laboratorio degli arazzi, nacque a Castellammare di Stabia nel 1707 e morì a Napoli nel 1789.

Figlio di una numerosa famiglia, fu accolto giovinetto nella celeberrima scuola dell’abate Solimena, una sorta di sodalizio formato dai migliori allievi del tempo che, in omaggio al loro maestro, vestivano tuniche marroni. Del folto gruppo di allievi, furono privilegiati i pochi che riuscirono ad emergere, per talento e tenacia, tra cui, il nostro Giuseppe Bonito, il quale, nella sua lunga attività, fu insignito di onorificenze ambitissime che lo posero in una condizione di sovrana e pubblica considerazione, monopolizzando per molto tempo l’attenzione sia della corte, sia di privati collezionisti.

Della vasta produzione di Bonito, molto è andato perduto.
Tuttavia, nella nostra zona si conservano sei tele: cinque nell’ex cattedrale di Vico Equense (di particolare interesse l’Annunciazione), e “La consegna delle chiavi a san Pietro”), nella concattedrale di Castellammare di Stabia. Questa tela, molto bella, fu acquistata dal comune di Castellammare di Stabia, dietro sollecitazioni di Domenico Morelli e Benedetto Croce che consideravano il Bonito una “vera gloria nazionale”.

Bonito, va sottolineato, rimane, comunque, uno dei pittori più rappresentativi dell’arte napoletana della metà del Settecento, proponendo una pittura più immediatamente comunicante della grande stagione dell’arte napoletana di quel periodo. Si distinse, oltre che nella pittura di “genere”, nella ritrattistica (in mancanza della fotografia, nobili e personaggi facoltosi si facevano ritrarre da pittori).. Questo suo “nuovo” modo di fare “ritrattistica”, dove le figure erano “vive”, popolari, persone note e familiari nel quartiere, nella zona, nella corte, piacque molto e gli procurò grandi soddisfazioni morali e materiali.

(Tratto da Libero Ricercatore, autore Antonio Ziino)